La pesca raccontata da chi vive la pesca
Emanuele Paganin (pescatore)
“Sveglia prima dell’alba, ogni giorno la vita del pescatore è questa: ci prepariamo nel nostro capanno, partiamo, andiamo a vongole sul luogo di pesca finché non abbiamo raggiunto la quota giornaliera che è di 20 chili di vongole, circa. Il prodotto sotto taglia lo diamo alle imbarcazioni che lo ributtano negli orti di ingrasso. Facciamo due tipi di pesca: uno con la “rasca” a mano in acqua ed è il pescatore che fa fatica ed un altro tipo di pesca dalla barca, dove è più la barca che fa fatica. Comunque, il prodotto vieni vagliato, selezionato e consegnato; poi ritorniamo in capanno, ripartiamo, andiamo nei vivai di cozze, tiriamo su le cozze, le portiamo in capanno, le sgraniamo, le selezioniamo, le insacchiamo e le portiamo al punto di sbarco. È un lavoro tramandato da famiglia a famiglia; ci lavorano padri madri figli, un lavoro che da tante soddisfazioni; è faticoso però è bello. È un lavoro anche molto solidale, ci si dà una mano tutti quanti, siamo tutti amici.”