Forme e colori
Sono descritti gli ambienti lagunari e costieri, dal Po di Maistra al Po di Goro, i rami del Po tra cui si estende il Comune di Porto Tolle, le caratteristiche paesaggistiche; il tutto attraverso immagini e videoclip consultabili nei due TV-monitor 75” posizionati sul totem al centro della sala. I tablet collegati permettono ai visitatori di “navigare” in autonomia soffermandosi sugli argomenti preferiti. Come nella sala 1, alle pareti sono affissi in continuo grandi pannelli stampati con foto e testi per il coinvolgimento del visitatore. Nella sala sono esposti oggetti rappresentativi della civiltà contadina.
IL DELTA DEL PO “RISERVA DELLA BIOSFERA” DELL’UNESCO
Il 9 giugno 2015 il delta del Po (del Veneto e della Emilia-Romagna) è entrato ufficialmente a far parte della rete mondiale delle “Riserve della Biosfera” dell’Unesco, ossia di quelle aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui, attraverso un’appropriata gestione del territorio, si associa la conservazione dell’ecosistema e della sua biodiversità ad un uso sostenibile delle risorse naturali, a beneficio delle comunità locali.
Il riconoscimento all’area deltizia del Po di “Riserve della Biosfera” dell’Unesco contribuisce ancor più a diffondere il valore di questo ambiente in Italia, in Europa, nel mondo.
Porto Tolle è il comune più estremo del delta del Po e il più esteso della provincia di Rovigo.
Per approfondimenti visitare il sito della Benecon University Consortium Unesco Chair:
http://www.benecon.it
Il comune di Porto Tolle
É un comune sparso con sede nella frazione di Ca’ Tiepolo; la popolazione residente è di circa 9500 abitanti. È il comune più estremo del Delta e il più esteso della provincia di Rovigo: circa 225 kmq; per superficie territoriale è il secondo comune del Veneto, dopo Venezia. Ha una altitudine media rispetto al livello mare di meno due metri (-2 m), da cui derivano problemi di difesa idraulica, in gran parte risolti. Le frazioni che lo compongono sono: Boccasette, Ca’ Mello, Ca’ Tiepolo, Ca’ Venier, Ca’ Zuliani, Donzella, Pila, Polesine Camerini, Santa Giulia, Scardovari, Tolle
Confina con i Comuni di Porto Viro a nord-ovest e Taglio di Po a sud-ovest. I confini sono tracciati naturalmente dal ramo Po di Maistra, dal ramo Po di Gnocca e dal mare Adriatico; questi rami, con il mare, determinano di fatto tre isole: l’Isola di Ca’ Venier, l’Isola della Donzella e l’Isola di Polesine Camerini.
Il comprensorio, delimitato dai rami del Po di Venezia, di Tolle, di Gnocca (o della Donzella) e della Sacca di Scardovari incuneata nel cuore dell’isola, si forma all’inizio del Settecento, a distanza di un secolo dal Taglio operato dalla Serenissima a Porto Viro, allorché le copiose torbide del Po, interrata la sacca di Goro, ripreso a espandersi verso il mare costruendo un nuovo ampio territorio deltizio. Qui giunsero nel 1818 i fratelli Veneziani Giuseppe e Costantino Sullam per acquistare una tenuta di 300 ettari sulla sponda sinistra del Po di Gnocca. Una zona isolata, quasi disabitata e scarsamente coltivata, in gran parte paludosa, malsana, al di fuori di ogni consorzio civile e di ogni via di comunicazione, ma dove qualche tratto di terreno era destinato alla produzione di un alimento prezioso: il riso.
Di notevole interesse è il recupero e la valorizzazione dell’ambiente naturale dell’Oasi di Ca’ Mello (il nome deriva da un antico ramo del Po, scomparso da circa un secolo), relitto di circa 40 ettari della zona valliva che fino al 1966 esisteva a ridosso della Sacca di Scardovari.
Singolare territorio, formato da due isole situate nel delta più recente del Po, delimitato a nord dal Po di Pila, ad ovest dal Po di Tolle, ad est e a sud dal mare Adriatico. Le isole, della superficie complessiva di 3.266 ettari, erano separate dalla Busa di Bastimento del Po di Tolle. L’isola emerse attorno al 1800 dopo che il Po di Maistra cominciò a perdere di officiosità, mentre il Po di Tolle con il suo ramo di dritta, poi chiamato Po di Pila, aumentava la portata e quindi il trasporto di torbide. L’isola di Bonelli Levante nella metà del XIX secolo non esisteva ancora: la sua formazione risale all’inizio del Novecento.
Scano Boa delimita a mare la laguna del Basson. È la terra di confine fra l’uomo e la natura, dove i più famosi registi hanno trovato la loro ispirazione. Uniche tracce umane sono i “casoni” di canna dei pescatori, avvolti in un ambiente splendido, selvaggio e incontaminato. Ruderi di vecchi magazzini e silos semisommersi, testimoniano un passato di lavoro nelle risaie prima dell’alluvione del 1957 e dell’abbassamento del suolo causato prevalentemente dall’estrazione di gas metano.
Il primo abbozzo dell’isola risale agli inizi del Seicento dopo che il Po del Taglio, colmata l’antica Sacca di Goro, proseguì separandosi in due rami: il Po dell’Asenin (futuro Po di Maistra) a nord e la Busa delle Tolle a sud. Entro questa biforcazione si andrà formando il territorio di Ca’ Venier. Non si hanno notizie storiche precise sui tempi e modi dell’insediamento umano durante il Seicento, che dovete peraltro avvenire con molta gradualità per le difficili condizioni idrauliche, soprattutto di difesa dalle acque esterne, in cui versava l’isola. Sappiamo per certo che la cappella gentilizia annessa alla casa padronale di Nicolò Venier, primo proprietario del fondo, fu elevata a parrocchia nel 1682.
L’economia, i prodotti
L’area del delta del Po è caratterizzata da una densità abitativa piuttosto limitata e da un’economia ancora molto legata al settore agricolo e alla pesca.
Negli ultimi anni ha cominciato ad assumere sempre maggior rilevanza il settore terziario, con particolare riferimento al commercio, alla ristorazione e al settore dell’ospitalità, ovvero i servizi legati al turismo. La presenza di notevoli aree naturalistiche e di strutture architettoniche tipiche dello stile di vita locale hanno favorito il diffondersi di fattorie didattiche e di agriturismi in grado di rispondere ad una sempre più crescente domanda.
Le terre del Delta, se pur provate nel tempo da pesanti e dannose alluvioni, nel corso degli ultimi decenni hanno sviluppato vaste coltivazioni riconosciute a livello regionale ed europeo che animano il territorio per qualità e tipicità facendo arrivare la loro eco oltre i confini locali.
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L′agricoltura
Una delle attività maggiormente esercitate nella zona e costituisce tuttora uno dei principali settori occupazionali. Enormi distese di campi caratterizzano i paesaggi di questo territorio, terre che, grazie a imponenti opere di bonifica realizzate nel corso degli anni, sono state sottratte alla devastazione di alluvioni e di mareggiate eccezionali e all’abbassamento del suolo in seguito alle estrazioni metanifere degli anni ’60. Ciò ha permesso di mettere a coltura migliaia di ettari di terreno, prima paludoso e salmastro, che viene costantemente drenato grazie all’utilizzo di pompe idrovore.
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Il riso
Una delle piante alimentari più antiche proveniente dal sud-est asiatico e, si pensa, introdotto in Italia dagli arabi e dagli spagnoli. La sua coltura nel territorio del Delta del Po risale all’incirca dalla seconda metà del 1400 ed era strettamente legata alla bonifica in quanto accelerava il processo di utilizzazione dei terreni salsi da destinare poi alla rotazione colturale. Testimonianza di ciò è una legge della Repubblica Veneta del 1594 che proibiva la concessione dell’acqua a questa coltura e dava la possibilità di coltivare il riso solo «per valli ed altri lochi sottoposti alle acque, stimati impossibili di asciugarli in tutto e di rendersi ad alcuna coltura».
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La pesca
Viene praticata nelle diverse aree che compongono il territorio del delta del Po: nelle valli, nelle lagune, nei fiumi e in mare. In queste zone molte specie animali hanno trovato l’habitat ideale, un ambiente incontaminato lontano dall’inquinamento urbano e industriale, alimentando una delle principali risorse economiche del posto. Il settore ittico, che comprende anche l’acquacoltura (la molluschicoltura in particolare), offre opportunità straordinarie sotto il profilo economico e sociale per tutto l’area deltizia.
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Il turismo
Il turismo è un settore con grandissime potenzialità grazie all’ampia gamma di scelte che il territorio del delta del Po può offrire. Da un punto di vista paesaggistico il Delta è un territorio ricchissimo: le ampie distese di campi coltivati, le ramificazioni del Po, le valli e le spiagge, e poi le testimonianze della vita dell’uomo in questi luoghi, dagli antichi insediamenti alle più recenti residenze patrizie.