Origini

Quello del Delta del Po è un territorio molto giovane, che si è formato grazie al deposito dei detriti che il Po ha trasportato lungo il suo corso fino alla foce. Si è abituati a considerare queste zone prive di storia, attraverso il Delta antico, invece, si svolgevano intensi commerci con l’intera Europa e, man mano che proseguono le ricerche archeologiche, vengono alla luce presenze insospettabili che offrono un’immagine più corretta e vera di questa “terra che emerge dalle acque” (è questo il significato della parola Polesine), sfatando l’opinione comune di una terra allagata, paludosa e povera. Ancora oggi spesso ne vengono evidenziati gli aspetti più tragici, come l’incubo delle rotte, la paura dei fiumi, qui considerati da sempre quasi come delle divinità, dalle quali dobbiamo continuamente difenderci, ma che sono allo stesso tempo divinità benigne, perché i fiumi sono stati e sono la fonte della nostra esistenza. Tutta l’area che si estende ad est di Adria è il prodotto di una serie di situazioni legate sia a processi evolutivi naturali, sia ad interventi da parte dell’uomo. Negli ultimi 4000 anni, il Po ha cambiato più volte il suo corso, soprattutto nella parte finale, ed ha fatto avanzare progressivamente ad est lo sbocco in mare, variando continuamente la conformazione del Delta.

La conformazione attuale del Delta è il risultato di un’impresa voluta dalle istituzioni veneziane, che, alla fine del Cinquecento decisero di deviare verso sud-est il tratto terminale del Po delle Fornaci, perché le torbide del fiume, che si disperdevano in mare verso nord, mettevano in pericolo la laguna di Venezia. La scelta in realtà era legata anche a motivi di carattere economico e commerciale; infatti, solo dopo una lunga trattativa tra la Serenissima e lo Stato Pontificio, il 5 maggio del 1600 vengono appaltati i lavori per il taglio di Porto Viro, che determinò l’esclusione del Delta rinascimentale dalla rete idraulica e ne provocò il declino: la Sacca di Goro si colmò in breve tempo e rapidamente andò formandosi il territorio di Porto Tolle. Dopo l’intervento del taglio, nuovi terreni, costituiti per lo più da acquitrini e paludi, presero il posto del mare. I primi proprietari dei territori emergenti furono i nobili veneziani, che li utilizzarono inizialmente soltanto per la pesca e per la caccia, successivamente, dopo averli bonificati, li trasformarono in vaste tenute agricole.

Il Po è l’elemento fondamentale attorno al quale si intrecciano i momenti di vita della popolazione, di cui si percepisce più di ogni altra cosa la quotidianità, mentre i grandi eventi restano lontani. Il Fiume rappresenta il luogo della memoria e, con molta probabilità, della nostalgia.

Per approfondimenti sono disponibili presso la Biblioteca Comunale di Porto Tolle i volumi “IL DELTA DEL PO TRA BRADISISMO E ALLUVIONI 1945-1966” e “PORTO TOLLE Le ragioni di una scelta 1968-2008” di Claudio Mancin.